Verdiana Toma è una giovane imprenditrice amante della propria terra, la Puglia. Interessata alla politica del fare è specializzata in comunicazione d’impresa, creazione di contenuti e marketing, gestione di progetti digitali. Chief Knowledge Officer presso Ve.An. Fashion srl dal 2017 a oggi, Co Founder presso Lu Pajaru Home Restaurant, Assessore allo spettacolo e marketing territoriale presso il comune di Sava, Junior Pr presso Ermenegildo Zegna srl dal 2016 al 2017.
Dopo la Laurea Triennale in “Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa” presso IULM Milano si specializza in Digital Marketing Master presso Westminster University di Londra e International Master-Luxury Management presso Business School del Sole 24 Ore Milano.
Se dovesse scrivere il primo capitolo di un libro sulla sua carriera, come inizierebbe?
«Sono una fervida lettrice delle biografie di grandi personalità. Ciò che mi incuriosisce particolarmente, sono quei momenti di rottura e di crisi da cui poi nasce qualcosa di diverso e innovativo. Nel mio primo capitolo probabilmente racconterei di quei momenti che fino ad ora hanno portato piccole e grandi trasformazioni nella mia vita professionale, concedendomi l’occasione di rimanere sempre presente a me stessa ma mai la stessa identica persona».
Quali sono stati i passaggi per arrivare alla realizzazione?
«Non mi sento ancora realizzata ma nel bel mezzo di un processo evolutivo, credo che oltre alla grande affezione al progetto imprenditoriale della mia famiglia sin da piccolissima, sono state determinanti le esperienze vissute all’estero già dall’età di 12 anni. Terminato il percorso universitario in Comunicazione d’Impresa a Milano mi sono trasferita a Londra dove ho studiato e lavorato. Rientrata a Milano ho conseguito un Master in gestione dei beni di Lusso ed ho avuto il grande piacere di lavorare per l’azienda italiana leader nel menswear, Ermenegildo Zegna.
Ad un certo punto ho avvertito il mal di Puglia, così ho pensato di dedicare le mie competenze, le mie energie e il mio tempo a un progetto che è praticamente nato insieme a me trent’anni fa e che ha rappresentato una grande scommessa per la mia famiglia. Ho accettato la sfida ed eccomi qui, ho prima di tutto imparato a conoscere l’azienda per come si è evoluta nel tempo e ora curo la divisione Comunicazione&Marketing».
Che cosa significa oggi investire al Sud?
«Questa domanda lascia spazio a molteplici riflessioni. Ritengo che il Sud abbia un altissimo potenziale ancora inespresso quindi grandi opportunità per innumerevoli iniziative imprenditoriali in vari settori. Ciò che però frena dall’investire al Sud è a mio avviso il contesto; tanto naturalmente bello e affascinante, quanto carente nell’organizzazione e nelle infrastrutture. Diffondere la cultura d’impresa al meridione già nella scuola dell’obbligo è sicuramente il primo passo per trasmettere alle giovani generazioni un mind-set secondo cui l’autodeterminazione nell’ambito lavorativo rappresenti una reale e concreta possibilità».
Quali prospettive ci aspettano nel mondo della moda alla fine della pandemia?
«Il settore del fashion ha subito una battuta d’arresto forse senza precedenti, penso in particolar modo alla distribuzione tradizionale e di conseguenza all’intera filiera del tessile e alle aziende che, come la nostra, producono e distribuiscono brands. Questo momento storico ci impone di reinventarci! Diventa necessario programmare e pianificare adesso quelle che saranno le azioni strategiche da mettere in campo nel post-covid.
L’innovazione tecnologica in questa attesa ripartenza avrà un ruolo determinante e, se studiata ed applicata con cognizione, potrà rappresentare un valido alleato. In Toma Italian Brands cerchiamo di sostituire nelle nostre azioni quotidiane l’approccio del “si è sempre fatto così” con un atteggiamento volto alla sperimentazione di nuove strade. I capitani d’impresa, ora più che mai, dovranno assumere il ruolo di traghettatori, affrontando con coraggio e fiducia il cambiamento con cui ogni azienda, che intende rimanere nel mercato, sta già facendo i conti».
Quale è stato il momento in cui ha pensato di essere coraggiosa?
«Non credo di essere coraggiosa, semplicemente determinata. Spesso siamo noi stessi che ci poniamo limiti inesistenti. Io ho imparato a dare ascolto e fiducia alle mie intuizioni».
Quale consiglio darebbe a chi vuole seguire la sua strada?
«Essere curiosi verso ciò che non si conosce, preparati al sacrificio e allenati ad ascoltare in maniera proattiva. Il prossimo futuro lascia spazio a tante nuove professioni che oggi non possiamo quasi immaginare, pertanto è fondamentale costruirsi con passione e ambizione per il lavoro dei sogni. Come dice la celebre citazione: bisogna sempre puntare alla luna. Mal che vada si è comunque arrivati tra le stelle».
A cura di Alessandra Macchitella