Economista e accademica italiana, è  rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca dal 2019. Iannantuoni è di origine foggiana e nel 2019 ha ricevuto il premio Ambasciatori di terre di Puglia, organizzato dall’Associazione regionale pugliesi di Milano. Ha conseguito la laurea in Discipline Economiche e Sociali (DES) presso l’Università commerciale Luigi Bocconi nel 1994. Ha ottenuto il PhD in Economics presso la Université catholique de Louvain nel 2001. Ha svolto diversi incarichi all’estero fra il 2001 e il 2006: University of Rochester, University of Cambridge, Université catholique de Louvain e da professore associato all’Università Carlos III de Madrid. Nel 2006 è tornata in Italia come associato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2014 è professore ordinario. È stata coordinatrice del Dottorato di Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca fino al 2015 e successivamente Presidente della Scuola di Dottorato (dal 2015 al 2019). I suoi ambiti di ricerca sono la teoria dei giochi, con applicazioni ai sistemi elettorali.

Se dovesse scrivere il primo capitolo di un libro sulla sua carriera, come inizierebbe?
“Vivevo a Londra dove lavoravo per la Credit Suisse First Boston, un lavoro stimolante che mi ha dato tanto. Eppure sentivo che volevo fare altro. La mia curiosità, il mio interesse per la ricerca è sempre stato forte. Approfondire la Game theory è la ragione per cui ho deciso di dedicarmi alla carriera universitaria. La teoria dei giochi studia, attraverso modelli matematici, l’interazione strategica tra persone. In particolare, studio le proprietà dei concetti di soluzione dei modelli di teoria dei giochi e le loro applicazioni ai diversi sistemi elettorali”.

Essere rettrice di una Università è più una responsabilità o una opportunità?
“E’ un’opportunità, ma le dirò di più: è l’opportunità di poter essere responsabili del cambiamento. La vera rivoluzione sta nel darsi da fare per il bene pubblico ed è per questo che ovunque sia stata ho assunto incarichi di rappresentanza: in questo modo ho potuto incidere e dare il mio contributo al cambiamento”.

L’economia può essere portatrice di cambiamento non solo mirato al profitto?
“Deve essere così. Mi spiego: non ci può essere crescita economica che non sia giusta ed inclusiva. Bisogna pensare a nuove forme di sviluppo che siano generative per poter risolvere i principali problemi della nostra società: dall’energia al cibo, dalla povertà al cambiamento climatico. Questioni interconnesse che devono essere affrontate con un approccio sistemico”.

Qual è stato il momento in cui ha pensato di essere coraggiosa?
“Sicuramente quando ho deciso di candidarmi come rettrice: serve preparazione e competenza, ma serve anche una grossa dose di coraggio per guidare una comunità di 40mila persone. Come dicevo, se si vuol contribuire al cambiamento, bisogna anche avere il coraggio di mettersi in gioco”.

Quale consiglio darebbe a chi vuole seguire la sua strada?
“Di fare anche esperienze all’estero per avere una visione a 360 gradi del mondo accademico, di non smettere mai di studiare e di non aver paura. E poi, bisogna essere curiosi: è sempre una scintilla ad accendere nuove idee”.