Il contributo del W20 è fondamentale per creare le condizioni perché donne e uomini costruiscano insieme società eque. La famiglia e la carriera devono essere conciliabili; le donne non possono più essere costrette a rinunciare all’una o all’altra. Queste parole sono un’estrema sintesi del videomessaggio che la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha inviato al W20 Rome Summit, tenutosi nell’ambito del G20.
I tre giorni del W20 (13-14-15 luglio) non sono un traguardo politico, piuttosto un ‘passaggio’ di fondamentale importanza; uno strumento, a livello internazionale, nelle mani di donne e di uomini, utile al miglioramento delle società che definiamo evolute. Un aggettivo contraddetto da una realtà che (non solo in Italia) tende ancora ad incasellare il genere femminile in modi e ruoli predefiniti.
Ed ecco che il G20 diviene occasione per lanciare proposte concrete sul lavoro, sui servizi che devono aggiornarsi, modularsi sulle esigenze di una società plurale e pluralista. Accanto ad altri temi, hanno trovato spazio, nei giorni del W20, argomenti chiave come la crescita delle carriere femminili (anche in ambito militare), e la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, in quanto violazione dei diritti umani.
“I governi del G20 devono proteggere le donne vittime di violenza, i loro figli e le loro figlie, perseguire i colpevoli; aiutare le vittime a riprendersi la vita” ha sottolineato Antonella Veltri, presidente di Donne in Rete contro la Violenza.
Il presupposto fondamentale per abbattere quella sottocultura maschilista e becera che alimenta la violenza di genere è costruire modelli formativi nuovi; aprire la scuola a tutte le bambine e a tutti i bambini. C’è ancora troppa dispersione scolastica e una mentalità secondo la quale le donne sono meno inclini allo studio delle materie scientifiche non giova affatto al progresso. Si deve partire educando le famiglie all’inclusione e poi facendo della scuola e dell’università i luoghi dove valorizzare le diversità, coltivare i talenti, far emergere il merito. È quanto hanno dichiarato le ricercatrici e le docenti intervistate da Braves Community (consultare la sezione del sito intitolata Braves Model .Sull’importanza della formazione si sono soffermati molti degli interventi del W20, così come sul tema infrastrutture sociali, ovvero quella categoria di servizi che offrono al mondo femminile l’opportunità di seguire la famiglia, allevare i figli, senza rinunciare al lavoro.
Il W20 non nasce in occasione del Summit di Roma, anche se è un recente processo di dialogo avviato in occasione del G20. Il vertice dei ‘grandi’ tenutosi nel 2014 in Australia ha posto l’obiettivo di ridurre del 25% (entro il 2025) il gender employment gap, cioè il divario occupazionale tra uomini e donne.
Questo goal ha gettato le basi per il coinvolgimento, nell’ambito del forum dei leader, di un gruppo che si occupasse esclusivamente di pari opportunità. Il primo incontro del W20 si è tenuto a Istanbul nel 2015, durante il G20 tenutosi sotto la presidenza della Turchia. In quella occasione sono stati formulati provvedimenti per promuovere la partecipazione economica delle donne tra gli stati membri del G20 e per rafforzare il loro potere economico. Da allora il W20 non si è mai fermato. Per conoscere meglio il W20-Italia 2021: https://w20italia.it/pages/topics/.