Storie che vedono protagoniste le donne uniscono il comune siciliano di Partinico al villaggio californiano di Shoshone. Due luoghi distanti anni luce l’uno dall’altro, non soltanto geograficamente. Eppure, i fatti recenti che riguardano la cittadina ai confini con la famosa Death Valley e la provincia palermitana spingono ad accostare le due realtà.

Nell’estate del 2020 il Comune di Partinico è stato sciolto per mafia, commissariato e affidato a tre donne: Concetta Caruso, Maria Baratta e Isabella Giusto.

Oggi, pochi mesi dopo il commissariamento, Partinico ha cambiato completamente prospettiva. Nell’arco di circa un anno, gli ufficiali di governo Caruso, Baratta e Giusto hanno bandito nuovi concorsi, messo in sicurezza le scuole, ordinato e avviato interventi di manutenzione straordinaria sui beni comunali (anche su quelli confiscati alla criminalità organizzata); i servizi sociali sono stati potenziati e diverse decine di cittadini insolventi hanno provveduto a pagare i tributi al Comune. Non solo: tutti i documenti finanziari sono stati approvati nei termini e molti degli indicatori politico economici che prima del commissariamento sottolineavano una posizione di svantaggio per le istituzioni e la comunità di Partinico sono rientrati.

Come sia stato possibile raggiungere questi risultati lo hanno spiegato le tre commissarie straordinarie ai giornalisti interessati a documentare quella che è stata definita una rinascita. Un luogo che era stato penalizzato, anche sotto il profilo dell’immagine, dalle commistioni della Giunta con il malaffare, è diventato, grazie a una guida a tre evidentemente responsabile, un esempio di virtù.

Il triumvirato composto da Caruso, Baratta e Giusto raccoglie in questi giorni l’apprezzamento delle istituzioni e dell’opinione pubblica per il lavoro svolto finora.

Dall’Italia voliamo negli Usa per documentare un’altra rifioritura: si tratta di Shoshone, cittadina fondata da Ralph Jacobus, “Dad” Fairbanks, minatore della Death Valley.

La valle desertica che dà il nome all’omonimo Parco Nazionale si trova in California e, in parte, nello stato del Nevada. Fu Will Dallas Porter detto Charlie Brown (esattamente come il personaggio di Schulz), a plasmare, nella prima metà del Novecento, la storia di Shoshone. L’uomo sposò la figlia di “Dad” (il fondatore), divenne senatore californiano e la città prosperò grazie alla sua capacità immaginativa e sicuramente alla sua attitudine agli affari.

Se il villaggio di Shoshone non è nella polvere dei ricordi e non ha quindi l’aspetto di quei posti sbiaditi che sono andati incontro a spopolamento durante l’amministrazione Eisenhower, il merito è di Susan Sorrells, sessantaquattrenne nipote del Charlie Brown delle origini della città. Un articolo del New Yorker, firmato da Alex Ross, traccia un profilo della donna ricostruendo la storia del luogo, oggi meta turistica.

Susan Sorrells è definita la custode della rinascita di Shoshone, mentre il suo antenato Brown viene descritto come un uomo complicato e dal passato segreto. Sorrells ha studiato letteratura africana allo Smith College ed è una persona di straordinaria vitalità. Ha saputo prendersi cura del villaggio californiano, preservando la terra dallo sfruttamento e costruendo per la cittadina un’identità sostenibile, al confine tra vita civilizzata e mood selvaggio. Merita di essere nella lista delle persone più interessanti della California, scrive Ross.

Esempi diversi, pescati in due diversi continenti (solo due delle infinite storie che si potrebbero riportare), di impegno guidato da passione e competenza. Un incarico ricevuto, nel caso delle commissarie di Partinico e una responsabilità cercata, seppure ‘scritta’ nell’albero genealogico, nel caso di Susan Sorrells.